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La rassegna stampa di SPIN (03-10-2015)

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Scritto da vocealta

rassegnaQuesta mattina i principali quotidiani aprono con la riforma del Senato: slitta ad oggi il voto sull’articolo 2 (il più critico) ma è polemica per il gesto sessista del senatore Barani. Sulle prime pagine spazio anche alla guerra in Siria, alla strage nella scuola in Oregon e a Roma paralizzata da una giornata di scioperi. 

 

Politica

Con una lunga intervista a Repubblica, Matteo Renzi traccia la sua road map, dalla guerra in Siria alla manovra economica: <<Voglio un Pd unito. Nel 2017 possibile tagliare l’Ires. Verdini? Non è un mostro>>. Sulla politica internazionale boccia Romano Prodi: <<Si pensa solo all’effetto mediatico, non basta aiutare Assad per sconfiggere l’Isis>>.

 

Ieri il Senato ha approvato l’articolo 1 della riforma con 172 sì, 108 no e 3 astenuti. La maggioranza, quindi, va avanti ma i voti calano. Ma è terminata in bagarre una giornata positiva per la maggioranza, nonostante qualche voto in meno. Il verdiniano Lucio Barani avrebbe, infatti, mimato un gesto osceno verso la senatrice M5s Barbara Lezzi. Barani si difende così: <<E’ un equivoco. C’è la prova video>>. Tornando ai lavori d’Aula, sul Corsera il retroscena di Maria Teresa Meli: “La tela di Lotti con Bersani e quelle occhiate a Verdini. Il sottosegretario e l’incarico di trovare i consensi in Aula. Ma più che i fuoriusciti da Forza Italia è la sinistra il suo obiettivo”. Oggi si riprende a votare e come spiega Emilia Paita (Il Sole 24 ore) “Il sì all’articolo 2 rappresenta il giro di boa per la riforma ma anche per la legislatura”.

 

A proposito di riforme, interessante l’analisi di Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore: “Il Quirinale dopo l’Italicum. Con una soglia bassa è la maggioranza ad eleggere il presidente della Repubblica, con una più alta c’è il pericolo di stallo”.  

 

<<Massima urgenza>> per l’elezione dei tre giudici costituzionali di nomina parlamentare. La chiede il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il quirinalista del Corsera Marzio Breda: “La Consulta mutilata e il monito del Colle per rompere l’inerzia”.

 

Sul giornale di Via Solferino alcune anticipazioni del libro di Alan Friedman: “Berlusconi-Putin, storia segreta di una relazione speciale. Putin: <<lui è un uomo franco, a volte eccessivamente. Ci mette sempre l’anima>>”.

 

Economia

Il governo ha fatto marcia indietro sui taglia alla spesa pubblica. Cosa c’è dietro? Lo spiega benissimo Alessandro Barbera sulla Stampa: “La retromarcia si spiega con le promesse della Ue sulla flessibilità. Più margini da Bruxelles ma pesa anche il voto locale. Solo 16 i miliardi di flessibilità concessa da Bruxelles, pari alla clausola di salvaguardia imposta per prima dal governo Monti”.

 

Si è conclusa con il proscioglimento di Eni e dell’ex amministratore delegato Paolo Scaroni, e con il rinvio a giudizio di Saipem e di altri sei imputati, l’udienza preliminare con al centro la presunta maxi-tangente da quasi 198 milioni di euro che sarebbe stata versata dalla società controllata dal colosso dell’energia a pubblici ufficiali algerini in cambio di sette appalti petroliferi. Ne scrive, tra gli altri, Claudia Guasco sul Messaggero.

 

Sui quotidiani l’ottimismo di Mario Draghi: <<I progressi raggiunti negli ultimi tre anni per stabilizzare e rafforzare l’area euro sono reali. La crescita sta tornando. E non ci fermeremo fino a quando l’unione monetaria non sarà completa>>. Intanto Draghi incassa gli elogi di Christine Lagarde, direttore generale del Fmi: <<Mario ha salvato l’euro>>, parole annotate sul Corsera da Massimo Gaggi.

 

Circolano indiscrezioni su una possibile maxi fusione tra Unicredit, Intesa Sanpaolo e Monte dei Paschi di Siena. Ipotesi smentita dai vertici delle tre banche e Alessandro Graziani sul Sole 24 Ore spiega: “Al Paese non serve una sola maxi banca. Un’eventuale fusione inciderebbe negativamente anche sul credito alle imprese”.

 

Da segnalare Claudio Cerasa, direttore del Foglio, che intervista Marco Patuano. <<Il Jobs act funziona ma senza un modello di solidarietà generazionale il Paese non si muove>>. Per l’amministratore delegato di Telecom <<dobbiamo fare come in Estonia. La pubblica amministrazione non rilascia più documenti di identità cartacei ma solo digitali. Sarebbe una rivoluzione, non solo per la spesa pubblica ma anche per la nostra cultura>>.

 

Sul Mattino intervista al ministro Graziano Delrio: <<Il Mezzogiorno non è la Grecia ma deve correre più in fretta>>. A proposito del Ponte sullo Stretto di Messina: <<Valuteremo l’eventualità di riaprire il dossier. Ma le priorità del Meridione sono altre>>.

 

Anais Ginori su Repubblica: “Più felici se si lavora sei ore invece di otto. La rivoluzione svedese che l’Europa invidia. Nel paese scandinavo si moltiplicano gli esempi di aziende che abbassano l’orario di lavoro. Così si migliora la produttività”

 

A proposito dello scandalo Volkswagen, Tonia Mastrobuoni (La Stampa) intervista Matthias Wissmann, capo dei costruttori tedeschi: <<Vogliono screditare il diesel. Lo scandalo? Il made in Germany non è a rischio. L’industria automobilistica tedesca è leader mondiale nella tecnologia diesel e alcuni ora vedono una chance per spodestarci>>.

Esteri

America ancora sotto choc per la strage in una scuola dell’Oregon. Scrive Paolo Mastrolilli (La Stampa): “Le armi uccidono mille volte più del terrorismo”. Su Repubblica intervista a Adam Gopnik, scrittore in prima fila nella battaglia contro la vendita di armi. <<Non ci rassegneremo, chiederemo controlli sulla vendita delle armi. E’ una battaglia di civiltà>>.

I quotidiani raccontano una nuova giornata di terrore in Nigeria. Cinque ragazzine che indossavano cinture e giubbotti esplosivi sono saltate in aria nel nord-est della città di Maiduguri, capitale dello Stato di Borno, ormai roccaforte indebolita dei terroristi islamici Boko Haram, legati all’Isis.

 

Guerra in Siria. Carlo Panella su Libero: “E Putin dopo tre giorni bombardò anche l’Isis. Raid su Raqqa, <<capitale>> del Califfato, un contentino per gli americani”.

 

Paolo Rodari (Repubblica): “L’abbraccio del Papa con la coppia gay alla vigilia del Sinodo. Incontro con un amico argentino di vecchia data. Bergoglio aveva visto anche la funzionaria in carcere per il suo no alle nozze omosessuali”.

 

Altro

Angelo Scola, sul Sole 24 Ore: “Dolore e nuova politica per l’immigrazione. Il fenomeno migratorio verso l’Europa sta assumendo caratteri da non poter più essere descritto in termini di emergenza. Sta diventando un problema strutturale”.

 

Ieri Roma è stata paralizzata dallo sciopero dei mezzi pubblici e da due cortei. Mario Ajello sul Messaggero: “Lo scempio di Roma tra scioperi e cortei”. 

 

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