Dress Codes

Ricordo di Victor Zaslavsky

victor
Scritto da vocealta
 
victorA distanza di quasi sei anni dalla scomparsa dello storico Victor Zaslavsky, la nostra testata lo ricorda ripubblicando un articolo di “Vatican Insider” del 2009 a firma Giuseppe Brienza.
 

Due anni fa, il 26 novembre del 2009, moriva lo storico di origini russe Viktor Zaslavsky, autore di fondamentali studi sul sistema sovietico e sull’Europa dell’est, alla sua morte definito, in maniera incomparabilmente efficace, «un eccezionale anti-comunista perché russo» (Andrea Camaiora, Addio a Victor Zaslavsky, un eccezionale anticomunista, in Ragionpolitica. Giornale on line fondato da don Gianni Baget Bozzzo, 28 novembre 2009). Nell’articolo che L’Osservatore Romano gli dedica a tutta pagina in occasione dell’anniversario della sua morte, la parola anti-comunista non compare, nondimeno Zaslavsky è ricordato da Andrea Possieri come «un’eccezionale figura di studioso» (E c’era solo terrore e silenzio, in L’Osservatore Romano, 26 novembre 2011, p. 5).

 Lo storico era nato a San Pietroburgo il 26 settembre 1937, dove si era laurea in Storia presso l’Università Statale.Diventato docente in Urss, presto entra nel mirino della censura accademica e, già nel 1974, viene espulso dall’Unione sovietica perché non incline alla subordinazione. Dopo varie esperienze internazionali, fra l’altro in prestigiose università statunitensi, si trasferisce in Italia, dove trova un’ottima accoglienza, insegnando in varie università (divenendo da ultimo Ordinario di Sociologia dei fenomeni politici alla Facoltà di Scienze Politiche della Luiss Guido Carli) e partecipando attivamente al dibattito culturale nazionale, da ultimo promuovendo nel 2007 il quotidiano on-line “L’Occidentale”, frutto della riflessione e dell’esperienza della “Fondazione Magna Carta”.

Scrive molti articoli e saggi sui rapporti fra il PCUS ed il PCI, in uno dei quali apre un «faretto»  molto illuminante a coloro che ancora ripetono la favola del comunismo italiano “diverso” o “morale”. In Lo stalinismo e la sinistra italiana(Mondadori, Milano 2004) Zaslavsky ricorda ad esempio come il PCI si comportò realmente durante il referendum per il divorzio: «[…] la pratica di chiedere aiuti finanziari supplementari direttamente a Mosca, oltre a quelli assegnati annualmente dal Fondo [internazionale per gli aiuti alle organizzazioni operaie di sinistra], era destinata a continuare.[…] Nell’aprile del 1974 la Direzione del Pci chiese un aiuto supplementare di 2 milioni di dollari per la partecipazione al referendum del maggio 1974, argomentando che tale consultazione aveva sostanzialmente la stessa importanza delle elezioni politiche. La richiesta fu soddisfatta per metà» (op. cit., p. 136).

Possieri nel suo articolo sull’Osservatore Romano evidenzia come l’anniversario della morte di Zaslavsky venga a coincidere con la pubblicazione del volume —in libreria dal 1° dicembre — curato da Tommaso Piffer e Vladislav Zubok,Società totalitarie e transizione alla democrazia (il Mulino, Bologna 2011, pagine 537), «che vuole essere, innanzitutto, un tributo alla memoria del sociologo [sic] russo e, in secondo luogo, un tentativo di mantenere vivo il dibattito sul fenomeno totalitario. Un fenomeno che proprio negli ultimi anni ha perso quel carattere altamente politicizzato proprio del passato e ha superato quel tabù ideologico che per decenni aveva impedito una serena comparazione tra il nazismo e lo stalinismo» (art. cit.).

Alcuni suoi libri, come Il dottor Petrov parapsicologo (1984), Pulizia di classe, Il massacro di Katyn (2006) e Togliatti e Stalin. Il Pci e la politica estera staliniana negli archivi di Mosca (2007), andrebbero letti e riletti, fra l’altro per convincersi come il metodo comparatistico nell’analisi storica contemporanea si mostra particolarmente significativo se applicato al fenomeno Nazionalsocialismo-Comunismo ugualmente e “specularmente” totalitarismi. Insomma “fratelli gemelli” come dimostra anche l’articolo dell’Osservatore Romano, anche se nella pubblicistica divulgativa, nei media nazionali (e per molti dei nostri politici…) questo patrimonio sia ben lungi dall’esser stato acquisito. Un consiglio per sottrarsi allo storicamente corretto?

Rivolgersi a due delle riviste storiche italiane che, da questo punto di vista, danno le maggiori garanzia di scientificità e chiarezza d’impostazione e, peraltro, hanno dato a Victor Zaslavsky lo spazio che meritava. Nuova Storia Contemporanea, ospitando ad esempio un suo recente ed interessantissimo saggio su L’antiamericanismo organizzato nell’Unione Sovietica staliniana (cfr. Nuova Storia Contemporanea. Bimestrale di Studi storici e politici sull’età contemporanea, anno VII, n. 2, Marzo-aprile 2003), Nova Historica mettendo in giusto rilievo l’ultimo dei suoi studi storici dedicato all’eccidio di Katyn (cfr. Paolo Capasso, Victor Zaslavsky. Pulizia di classe: il massacro di Katyn, inNova Historica. Rivista internazionale di storia, anno IX, nr. 33, Roma aprile-giugno 2010, pp. 194-196).

Riguardo l'autore

vocealta