Giustizia Quotidiana

Caso Sea Watch, il procuratore Luigi Patronaggio in commissione Giustizia alla camera

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La situazione in merito alla nave Sea Watch resta tutt’ora immobilizzata. A seguito della scarcerazione dallo stato di arresti domiciliari del comandante della nave Ong Carola Rackete la Procura di Agrigento è sotto i riflettori.

Davanti alle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della camera il procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio ha infatti esposto le proprie ragioni sul rigetto delle accuse di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina rivolte al capitano tedesco, sottolineando che «il principio di respingimento di gruppi di immigrati in Libia" è vietato dal diritto internazionale». 

Patronaggio ha escluso che da qualsiasi indagine siano emersi contatti preventivi tra trafficanti libici e membri delle Ong che giustifichino l'ipotesi che i soccorsi in mare siano stati concordati, anzi il pericolo non proviene dai migranti presenti su questo tipo di navi quanto dagli sbarchi fantasma, spesso non dalla Libia. Secondo il procuratore infatti i rischi «arrivano dai barchini dalla Tunisia e si tratta molto spesso di persone con precedenti penali o che hanno contatti con organizzazioni terroristiche vicine all'Isis». In questi giorni infatti oltre 200 migranti sono sbarcati con vari mezzi o soccorsi da Guardia Costiera e Guardia di Finanza.

Per quanto riguarda lo stato dei porti libici il procuratore ha concluso che questi non sono adeguatamente coperti dalla guardia costiera locale (funzionante solo per via degli accordi bilaterali con la repubblica italiana), rendendoli per tanto definitivamente non sicuri.

In queste ora frattanto il Gip agrigentino, Alessandra Vella, continua ad essere sotto attacco sui social e al contempo apprezzata a seguito della decisione sul caso Rackete. Il giudice aveva infatti accolto l’obiezione della difesa che sosteneva come la decisione dell’attracco non autorizzato a Lampedusa sia stata dettata da uno stato d’emergenza e che il contatto con una motovedetta della Guardia di Finanza sia stato solo un incidente, sottolineando inoltre che la stessa imbarcazione non è considerabile come “nave da guerra”.

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