Ambiente

Arriva terraXcube, il simulatore di climi estremi che aiuterà la medicina d’emergenza

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Oggi al NOI Techpark di Bolzano è stato presentato Terra Xcube, un simulatore di climi estremi, che permetterà ai ricercatori di svolgere esperimenti in condizioni altrimenti incontrollabili.

Terra Xcube è composto due grandi cubi che possono arrivare a riprodurre condizioni tipiche dei 9.000 metri di quota, regolando la pressione e la concentrazione d'ossigeno. Possono essere simulate condizioni di temperatura tra i -40 e i +60 gradi, si può ottenere un irraggiamento solare artificiale anche di notte, 60 millimetri di pioggia all'ora anche in condizioni di estrema siccità e 5 centimetri di neve all'ora in piena estate.

Christian Steurer, direttore di terraXcube, centro di Eurac Research, spiega: «Le quattro camere di test dello Small Cube riproducono principalmente le situazioni climatiche delle Alpi, mentre nel Large Cube si possono simulare condizioni piu' estreme, come la cima del monte Everest».

Il Large Cube può contenere fino a dodici partecipanti e tre ricercatori per un periodo massimo di 45 giorni. Le condizioni possono essere cambiate diverse volte. Una camera di compensazione consente ai partecipanti di usare il bagno senza interrompere i test. La stessa camera di compensazione può anche riprodurre un calo repentino di pressione analogo a quello sperimentato durante un intervento di salvataggio su elicottero in alta montagna. Attività cardiaca, saturazione di ossigeno, pressione arteriosa e temperatura corporea dei partecipanti ai test sono monitorati ininterrottamente da personale medico, al fine di garantire la loro incolumità.

Lo Small Cube analizza le funzioni di piante, animali e microorganismi in condizioni climatiche differenti e sarà in grado di fornire una risposta a questioni come il comportamento degli organismi al variare della pressione.

A dicembre cominceranno i controlli volti a garantire che, con il nuovo anno, l'infrastruttura sarà utilizzabile da ricercatori e industria. Hermann Brugger, medico d'emergenza in montagna di Eurac e tra i fondatori del progetto, ha affermato: «Un progresso eccezionale per la medicina d'emergenza in alta quota». 

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