In primo piano

Eutanasia, morto in Svizzera dj Fabo

4327.0.1094538653-0008-kU9D-U43290373790187QKB-593x443Corriere-Web-Sezioni
Scritto da Super User

4327.0.1094538653-0008-kU9D-U43290373790187QKB-593x443Corriere-Web-SezioniDj Fabo e’ morto alle 11,40, ha scelto di andarsene rispettando le regole, di un Paese che non e’ il suo“. A dare la notizia su Facebook è Marco Cappato, dell’Associazione Luca Coscioni che aveva accompagnato il ragazzo in Svizzera nella clinica Dignitas di Forck.

 Fabiano Antoniani, il dj 39enne, tetraplegico e cieco dall’estate 2014 in seguito ad un grave incidente stradale, aveva espresso la propria volontà di morire, appellandosi anche al presidente della Repubblica e chiedendo aiuto all’associazione Coscioni. L’Associazione era già in precedenza intervenuta in casi simili, e quello di Antoniani è il sesto di cui si ha notizia. Cappato aveva annunciato di aver accettato di aiutare Fabo ricevendo subito centinaia di commenti e condivisioni.

Sono finalmente arrivato in Svizzera – aveva detto stamani Fabiano nel suo ultimo audio – e ci sono arrivato purtroppo con le mie forze e non con l’aiuto dello Stato. Grazie a Marco Cappato per avermi sollevato da un inferno fatto di dolore”. 

“Grazie a te Fabo”, è la risposta di Marco Cappato, che ora – secondo Filomena Gallo, segretario dell’associazione Coscioni – rischia fino a 12 anni di carcere. Gallo ha ricordato come molti malati siano “costretti ad emigrare per ottenere l’eutanasia e ciò è discriminatorio anche per i costi che ciò richiede, fino a 10mila euro”. 

«Fabo è libero – commentano poi Cappato e Gallo – e la politica ha perso. L’esilio della morte è una condanna incivile. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall’impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente».

Il dibattito sulle norme in materia di eutanasia è stato avviato in Parlamento per la prima volta nel marzo 2013 e attualmente vi sono sei proposte di legge (una di iniziativa popolare presentata proprio dalla Coscioni) che dovrebbero confluire in un unico testo di legge, ma è tutto fermo da un anno. Va invece un po’ più spedito il ddl sul Biotestamento, ma è stato proprio il terzo rinvio all’approdo in Aula alla Camera a determinare l’appello di due giorni fa di DJ Fabo al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per “sbloccare lo Stato di impasse voluto dai parlamentari”.

Molti i commenti alla vicenda: Beppino Englaro, padre di Eluana e protagonista di una lunga battaglia per il diritto all’autodeterminazione anche per chi non è più in grado di esprimere la sua volontà, sostiene che “L’eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte“. Alberto Gambino, giurista cattolico e presidente dell’associazione Scienza & Vita, vicina alla Cei, dal canto suo ha però invitato a distinguere tra la vicenda di DJ Fabo, “che merita pietà” e “lascia senza parole”, e la proposta di legge sul biotestamento in discussione in Parlamento: “è strumentale fare come i Radicali, che legano le due cose per chiedere l’approvazione veloce della legge in Italia”.

Riguardo l'autore

Super User