Giustizia Quotidiana

Mantovani: Anche giudici milanesi siano garantisti come a Bologna

Mantovani as
Scritto da Super User

Mantovani as“Mi auguro che un briciolo del garantismo che si e’ manifestato giustamente ieri a Bologna possa valere anche per me”. E’ la richiesta che Mario Mantovani, ex vicepresidente della Regione Lombardia ed ex assessore in carcere da un mese, ha voluto esprimere attraverso l’avvocato Roberto Lassini, facendo riferimento alla scarcerazione degli antagonisti per i fatti di Bologna. “Mantovani sta male – ha spiegato il legale – e a Milano si sta ripetendo la malattia dell’uso distorto della custodia cautelare”.

Mantovani, arrestato lo scorso 13 ottobre per le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta, in carcere a San Vittore si sta facendo crescere la barba e “la sua situazione psicofisica – ha aggiunto l’avvocato Lassini – e’ a rischio, sta male, ha 66 anni e sta perdendo peso”. Lo stesso Mantovani, dunque, come ha chiarito il difensore, ha voluto affidare ai cronisti della sala stampa del Palazzo di Giustizia milanese un appello con “l’augurio che un pizzico di garantismo, come quello che si e’ manifestato giustamente ieri a Bologna, possa valere anche per me”. Il suo difensore ha chiarito che “la nostra denuncia, che potrebbe diventare tragica, riguarda il fatto che si sta ripetendo in Tribunale a Milano la prassi dell’uso distorto della carcerazione preventiva e per questo – ha proseguito – ora invochiamo una quantita’ almeno modica di garantismo, un po’ di garantismo bolognese anche a Milano”.

Se venisse scarcerato Mantovani, secondo Lassini, “si potrebbe difendere meglio dalle accuse e affrontare il processo”. Il legale ha voluto ricordare, inoltre, che nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha respinto la richiesta di scarcerazione della difesa, ma “non ha ancora depositato le motivazioni del provvedimento e fino a che non l’avra’ fatto noi non potremo ricorrere in Cassazione”. Nelle prossime settimane, intanto, il pm di Milano Giovanni Polizzi dovrebbe chiudere le indagini a carico dell’ex numero due del Pirellone in vista della richiesta di processo, contestandogli sia le imputazioni contenute nell’ordinanza d’arresto che quelle per le quali e’ indagato a piede libero. Lassini, infine, ha voluto ancora una volta ribadire come “l’ordinanza di custodia sia stata emessa a distanza di ben 13 mesi dalla richiesta di arresto e nell’ambito di indagini, tra l’altro, iniziate addirittura nel 2011”.

 

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